Tutto è scuola! – Istituto comprensivo Ernesto Monaci – Soriano nel Cimino (VT)

Che la scuola non ripartisse ad Aprile era lapalissiano, così mi sono come chiesta come ottimizzare questo tempo fermo, così l’ho definito, con un ossimoro, tanto per non perdere l’abitudine. Mi sono domandata cosa pensassero davvero i ragazzi, come la stessero vivendo. In fin dei conti non erano in vacanza, ma in uno stato di cattività, obbligati a vivere fuori dal proprio habitat.

Ho cercato di capire come potessi star loro accanto, cercando di educarli a vivere questo momento storico così doloroso. Non mi ha neanche sfiorato l’idea che mandare un compito, farselo restituire, correggerlo e rimandarglielo, li potesse distrarre dall’assurdità della situazione. Mentre la Scuola si adoperava a mettere in moto la macchina digitale della didattica a distanza, impresa non certo semplice! ho contattato i miei ragazzi, attraverso mezzi non ufficiali.

Siamo partiti dalla più classica delle chat, Whatsapp, ripassando gli ultimi argomenti studiati come fosse un quiz; ma, mentre gli sms si accavallavano ai vocali, c’era chi rimaneva in silenzio. Non potevo rischiare di perdere qualcuno in questo momento. Avevamo bisogno di una video chat. Fu così che proposi Zoom, dopo aver avuto il consenso, non certo scritto, dei genitori. Non l’avessi mai fatto! Tutti vedevano tutti: erano di nuovo “classe”. Avevamo un’aula virtuale dove incontrarci. Ma proprio perché si era ri-formata la classe, non stava più zitto nessuno. A dire il vero, anche prima del Covid19 non è che fossero dei taciturni. Volevano collegarsi di continuo -anche perché ogni incontro era vincolato da un timer di 40’- pomeriggio compreso. Era come se trasparisse la necessità di ricostituire uno schema che credevano aver perduto.

Fortunatamente l’app aveva in dotazione due emoticon: like e mano. Ora sì, che potevamo avere un ordine per gli interventi! Pian piano si sono adattati, educandosi al rispetto reciproco; ognuno dentro le proprie case, immersi in quotidianità tanto differenti, così lontane dalla scuola… Ed è lì, negli istanti silenziosi, mentre si passavano la parola tra un contenuto e l’altro, che mi sono resa conto che la Scuola era ovunque, nell’odore di ragù sul fornello, nella mano del papà che cercava di sistemare la webcam, nella voce fuori campo che suggeriva la risposta esatta. Ecco, non era più tempo fermo!

Tutto era in fieri, tutto era movimento, tutto era Scuola. Ma loro avevano anche bisogno di parlare, di sapere se i progetti a cui lavoravamo si fossero realizzati, di credere che la gita tanto sperata si potesse rimandare, di fissare una data per rientrare. Dovevamo trovare un tempo diverso, magari prendendoci un tè, nel pomeriggio, ognuno con la sua tazza diversa, come del resto lo siamo tutti noi. L’abbiamo fatto anche per salutarci: una piattaforma, l’indomani, ci avrebbe accolto con tutto il necessario per il successo scolastico: mappe interattive, video lezioni, test a tempo, con davvero un bel nome Classroom… ma noi, ogni tanto, un tè alle cinque ce lo prendiamo lo stesso.

Maria Cristina Marini – IC Ernesto Monaci – Soriano nel Cimino

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