Dalle squadre a Youtube – IC Ernesto Monaci – Soriano nel Cimino (VT)

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Da una che insegna “Tecnologia” non ci si aspettano cuori, fiori e schizzi di vernice, ma piuttosto squadre, compassi e informatica, come pane quotidiano. Bravi, io non faccio eccezione! Durante queste settimane, anzi, ho dovuto sviluppare dei “super poteri” che non immaginavo di avere. Qualcuno in un film, di cui non ricordo il titolo, figuriamoci la trama (doveva avermi colpito nel profondo senza dubbio), diceva qualcosa che aveva a che fare con il far salire l’asticella e affacciarsi per vedere cosa ci sia al di sopra. Insomma è un po’ come dire che se non ti metti alla prova, cercando di superare i tuoi limiti, non riesci a capire fin dove puoi arrivare. L’asticella stavolta non l’ho tirata su io, anzi, fosse stato per me sarei rimasta nel mio bell’orticello confortevole, facendo giusto un saltello in più ogni tanto, per poter salire sì, ma senza affanni. Invece dall’oggi al domani, mi sono ritrovata a dover stravolgere metodo e modalità di lavoro, che per un insegnante significa di fatto riuscire a comunicare.

Scuole chiuse! La doccia gelata è arrivata mentre eravamo ancora lì, in una delle tante giornate infinite, fatte di lezioni, corsi di formazione, nel bel mezzo di un consiglio di classe. Inevitabilmente, finisci per avercela con te stesso, con i colleghi, con i genitori e pure con quelle quattro mura che ti circondano, perché le avresti tinteggiate di un colore diverso, vai a capire quale! Non sapete quanto mi manchino quelle quattro mura, ma questa è un’altra storia. Veniamo all’asticella: se Maometto non va alla montagna… giusto? Non che io somigli fisicamente ad una montagna, ma fatto sta  che ho deciso di andare dai miei studenti, almeno “virtualmente”, alla pari di tanti colleghi. E giù con slide, registrazione di video lezioni, trasformate in video e caricate su un canale YouTube… il mio per la precisione. Alla bella età di 44 anni sono diventata, mio malgrado, una Youtuber!

Il solo pensiero mi fa impallidire, e non è che sia nota per un roseo incarnato. Poi sì, ma come faccio a capire se stanno facendo qualcosa o si stanno lasciando andare, in preda al senso di vuoto e al richiamo del divano? E allora via con software più o meno gratuiti per escogitare quiz a tempo, perché “altrimenti poi copiano”, come se in un periodo di ansie e paure per l’oscuro e invisibile male che dilaga, la preoccupazione dei ragazzi potesse risolversi così. Nel mio povero cervello, però, domina da sempre un assioma: una persona malata deve credere che ella non è la sua malattia, perciò, dopo aver riflettuto (circa due minuti, che per me è il tempo limite), ho deciso di continuare come al solito la mia attività, che non pensassero di essere sprofondati nella dimensione “sopravviviamo e  basta”.

Quando consideravo di aver fatto un bel salto dal mio orticello…”ok colleghi, si va tutti in piattaforma”! Sì va bene, ma non una, facciamo due: tutti i docenti delle terze di là, quelli delle prime e seconde di qua, chi ha tutte le classi… di qua e di là! Ecco, avete presente i fuochi d’artificio, che dapprima vengono sparati nel cielo singolarmente e poi alla fine, per sentire l’OHHHHHHH, tutti insieme? Diciamo che noi ci siamo persi l’inizio, siamo entrati a gamba tesa direttamente nel gran finale. Risultato: il mio telefono ha iniziato a squillare a tutte le ore, tra chiamate vocali, video, chat, segnali di fumo, piccioni viaggiatori e radiogrammi criptati, tutti con richieste di AIUTOOOOOOO. Che devo fare? Come lo devo fare? Sì ma dove lo devo fare? I miei neuroni si sono disposti a testuggine, con tanto di elmi e scudi, ma alla fine di ogni giornata contavo morti e feriti e nelle retrovie il morale era a terra. Ma tant’è, dopo centinaia di richieste SOS, che per gestirle tutte avrei avuto bisogno di un call center, ho deciso di iniziare ad aiutarne più di uno contemporaneamente con un tutorial in stile amatoriale. Funziona! Non m’è parso vero, e allora giù tutorial come se piovesse, per caricare, scaricare, condividere, salvare…soprattutto i miei pochi neuroni rimasti in un esercito ormai decimato. Sì, ma in questo modo la memoria del cellulare va in pappa (la mia da un pezzo, ma non ci penso più!), e allora: cerca software di registrazione, scarica, prova1, prova2… prova100 e poi ricomincia a registrare tutorial, invia, “Sì ma io non lo vedo”, “Scusa ho finito i Giga, che dice?”, “A me si blocca, puoi farmi un sunto?”.

Insomma, potete trovare mille soluzioni, ma di sicuro queste genereranno altrettanti problemi, un po’ come la reazione a catena di Fissione Nucleare, solo che il reattore che rischia di esplodere è il mio cervello! Come vivo oggi? Dice un’amica e collega che ormai, ad un qualunque quesito, fosse pure sul pranzo e la cena, rispondo: “Ti faccio un tutorial”! Ai ragazzi ogni giorno invio link al mio canale o ai compiti, insomma… tutto passa dal web.

Ma c’è qualcosa di davvero bello, ogni giorno, che aspetto come si aspetta il Natale: vedere e sentire i miei ragazzi in video, poter leggere i loro saluti e commenti in chat. Il web mi ha tolto diverse ore di sonno, ma mi ha regalato di nuovo il contatto con loro, e così tutti ci sentiamo ancora parte dell’altro, e di questa grande fucina di futuro, che è la Scuola.

Andrà tutto bene…e nel mio caso andrà tutto sul web!

Prof. Di Tizio Alessandra – IC Ernesto Monaci – Soriano nel Cimino VT

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